Bacchelli incontra padre Pio 'uno che un giorno forse sarà Santo'
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Io andavo a visitare un cappuccino del convento di San Giovanni Rotondo, Padre Pio, del quale i giornali hanno discorso già più di una volta, e che porta le Stimmate come San Francesco. La sua fama di santo va lontana e chiama molta gente, quantunque, mi fu assicurato da persone degne di fede, egli, obbediente ai superiori, cerchi di non aumentarla. Avviandomi al convento, che sorge solitario coi suoi cipressi e il bianco recinto in una stesa di magre erbe e di sassi, io mi tenevo in una disposizione equanime, non prevenuta dalla incredulità e neanche da quella voglia di meraviglie, che è quanto ci resta della fede antica nei miracoli. Insomma, ero disposto a rispettare un fatto ed a scrutare un uomo senza vana curiosità, ma fermamente. So bene quanto si possano spiegare scientificamente simili fatti, e so benissimo quanto non si spieghino scientificamente lo spirito umano, la storia e quel che si chiama vocazione. Dopo visto e parlato con questo cappuccino, non so se ho discorso con un santo, e di ciò se mai dovrà deliberare a tempo suo la Chiesa, ma so di aver trovato un uomo il quale, per quanto ha mostrato a me in un'ora di colloquio agevole e sereno, porta l’insegna di ciò che deve percuotere più di ogni altro mistero la sua coscienza di fedele, o per lo meno costituire la più possente e insidiosa tentazione d'ogni peccato dello spirito, con semplicità indubbia, senza equivoca umiltà, con una chiara nerezza negli occhi, e con dignità modesta di frate e di sacerdote.
Lo trovammo che stava facendosi rifare la tonsura da un fraticello, e la macchina da radere, visibilmente disaffilata, gli dava notevoli strappi ai capelli. Per qualche minuto egli, che ci voltava le spalle, non si addiede della nostra presenza; e sottostava alla fastidiosa operazione, a spalle tonde, rispondendo con affettuosa condiscendenza alle facezie del frate barbiere, che lo rimproverava di curar poco il taglio dei capelli. Quando s'accorse di noi, non mutò atteggiamento né umore. Padre Pio porta i mezzi guanti per celare le stimmate, e svia la conversazione se qualcuno gliene fa parola. Discorremmo del più e del meno, scherzando anche, e non capii se nel parlare d'argomenti seri egli si esprimesse con giustezza e criterio, come faceva, per naturale buon discernimento o per esercizio di studio. Diceva cose fini con parole illetterate, di solida semplicità insolita. Così, discorrendo di un suo detrattore invelenito, si espresse con risoluzione e fermezza, con una severa carità, che mi dissero molto sulla saldezza convinta dell'animo suo. Questa nasceva da un non so che di più spontaneo e nativo della umiltà ascetica e degli esercizi spirituali, che avevano contribuito a fortificarla.
Parlando d'una ritrattazione del detrattore (pare, assai violento e velenoso), e dicendosi che costui pareva dire e fare sul serio nel pentirsi, il frate disse: - Questo lo spero per lui; per me non ne ho bisogno.
Delle stimmate e dei miracoli non si discorre, quasi ci fossero usciti di mente. E questo, per quel che ne posso dir io con criterio naturale, mi fece al ripensarci più disposto alla meraviglia ed al rispetto insieme.
Tale è stato il mio incontro con uno che un giorno sarà forse sugli altari, e che vive nella valle che fu di Giano, ed è oggi francescana, in Gargano.
Riccardo Bacchelli